Edifici Storici

Territorio di Casalserugo

Descrizione

PALAZZO ORSATI

Il 17 maggio 2002, dopo un magnifico restauro che ne ha messo in rilievo armonia e valore storico viene restituita all'uso al suo splendore la “Villa Veneziana" palazzo Orsati.

È stato un giorno importante per la comunità parrocchiale e per tutti i cittadini di Casalserugo, con la presenza di sua Eccellenza Mons. Antonio Mattiazzo, Vescovo di Padova ed altre autorità civili e religiose. Palazzo Orsati è un bene che appartiene alla comunità e Casalserugo ne può essere orgogliosa. Palazzo Orsati sia anche un esempio e un incentivo per il recupero e la valorizzazione di tutti i beni architettonici di Casalserugo che rappresentano una parte importante della nostra storia e della nostra cultura.

 


CHIESA DI CASALSERUGO

La storia di questo Comune viene narrata anche dalle sue chiese. Quella di Casalserugo e nominata per la prima volta in un documento del 1169, nel quale Pizinardo, del fu Bonafede da Casale (figlio di Ugo?), rinuncia alle decime di Ronchi di Casale "in vice et visu S. Marie de Casale" e viene accolta "pro eadem ecclesia", mentre Terzo, fratello di Pizinardo, nel 1177 dona al monastero di S. Giustina i suoi beni mobili ed immobili.

Dalla visita pastorale del 1449 veniamo a sapere che era retta da un sacerdote e che nel 1455 vi era un cappellano, ma di quell'antico edificio ora non vi sono più tracce. La precedente chiesa di Casalserugo, dedicata alla Purificazione della Santa Vergine Maria, è stata restaurata radicalmente e ampliata in forme grandiose dal parroco Antonio Maria Giurati poco prima del 1747, mentre l'attuale, dopo otto anni di lavoro, venne inaugurata nel 1955. La sua facciata, divisa da lesene con capitello ionico, è in forme eleganti nel suo semplice assieme, dove nel primo ordine il portale e le due nicchie sono sormontati da un frontone ricurvo, il primo, e triangolare le seconde, mentre due volute, che fungono da contrafforte, collegano il secondo ordine superiore, su cui vi è un arcone a tutto sesto, contenuto tra due lesene, sormontato da un timpano triangolare dentellato.

Nel suo interno possiamo ammirare il monumentale altare maggiore, una pala raffigurante la "Presentazione di Maria al Tempio" e un delicato rilievo rappresentante "La deposizione dalla Croce", opere queste di buoni artisti. Nell'albo dei benefattori della parrocchia viene ricordata la figura di mons. Lodovico Gruato che, con testamento del 1834, lascia una rendita di 1.400 lire austriache all'anno per procurare la dote alla fanciulla più povera del paese e per prestare soccorso e assistenza agli ammalati indigenti con medici e medicine.


VILLA ARGENTI

Si trova in località Frassine " via Gruato".

E un seicentesco villino di Campagna che si affaccia su una corte cintata, sulla quale prospettano anche le adiacenze, parte coeve e altre più tarde. L'abitazione, di notevole interesse ambientale, si apre con un portale archivoltato e chiave decorata, e presenta sulla facciata lo stemma con una gru, l'animale araldico della famiglia Gruato.


VILLA FERRI

Risale al XII secolo, conosciuta anche con il nome il " Castello " della Fam. Ser Ugo da Casale, in quel tempo la famiglia in questione era proprietaria di buona parte del territorio lasciando così una tangibile testimonianza di civiltà e storia passata.

Alla fine del dominio di ser Ugo sorsero numerose proprietà di nobili, prima Padovani poi Veneziani, come degli Orsati, dei Gruato, dei Dotti, di Dauli, dei Ferri, portando oltre ad un periodo di ripresa economica anche un abbellimento del territorio aggiungendo nuove opere edilizie.

Stiamo parlando del periodo che va dal 500 al 700 dove Casalserugo si sviluppa e si arricchisce di palazzi signorili e ville decorate da giardini, ricordiamo "palazzo Orsati, villa delle Statue, villa Orsati.

Nel 700 finisce l'epoca delle ville venete, i nobili vendettero le case ai fattori di villa, i quali trasformarono queste in residenze agricole, dando inizio a un processo di decadimento degli edifici che solo in questi ultimi anni si sta recuperando per la loro conservazione e valorizzazione.

Dal giugno del 1994 sede della Biblioteca comunale.


VILLA PIZZO

In località S. Vincenzo, è del sec. XVII e rappresenta un tipico esempio d'insediamento di una dimora padronale, con barchessa, in zona rurale.

L'ingresso, posto al centro del prospetto, è reso da un portale slanciato con archivolto a tutto sesto, al di sopra del quale un terrazzino, con ringhiera in ferro, contiene l'affaccio di una portafinestra architravata sono gli unici elementi che spiccano nella lunga serie di semplici finestre architravate, rettangolari nei pieni e quadrate nel sottotetto.


CHIESA RONCHI DEL VOLO

La località Ronchi come toponimo è ritenuta dallo storico Giacomo Salomonio provenire dal fatto che il territorio, pieno alberi e di rovi sia stato poi disboscato dai contadini con le "ronche", e dal roncare (tagliare con le roncole) questa e molte altre ville si appellano Ronchi. Il Gloria dice che nell'anno 874 il vescovo di Padova Rorio o Rorigo, dona al monastero di S. Giustina la sua corte di Maserà con la cappella di S. Martino di Ronchi, che a quella data egli la ritiene già parrocchia. Ciò è molto probabile, anche perché questa chiesa, con l'attiguo bosco, nel 1095 viene confermata la sua appartenenza al grande cenobio padovano che qui aveva vasti possedimenti. Ricostruita nel Trecento, è presente nel libro delle decime papali del 1297 come cappella dipendente dal monastero di S. Giustina di Padova. È una delle poche chiese sopravvissute alle grandi distruzioni operate qui e nel Conselvano da Cangrande della Scala nel 1325 ed alla successiva crisi demografica sopravvenuta alla guerra veneziana carrarese, tra la fine del XII secolo e l'inizio del XV secolo.

Nel 1449, in una visita pastorale, vi si rileva un grave disordine e una grande sporcizia, il cimitero mal tenuto e la canonica senza il tetto. La chiesa fu restaurata e consacrata nel 1519, riscontrando poi un netto miglioramento nel 1617, al ritorno dei monaci benedettini. Oggi non è aperta al culto e la popolazione usa la nuova parrocchiale, sempre dedicata a San Martino di Tours e terminata il 29 ottobre 1944 e consacrata 1'11 febbraio 1971, a sud del paese, a Ronchi del Volo, dov’era la villa della nobile famiglia Da Zara, dalla quale proviene né quel Leonino che, con la costruzione di alcuni hangar per aeroplani e con i suoi primi voli, diede tale denominazione alla località.


VILLA LICINI NEGRI

Alla villa, conosciuta più comunemente con il nome di Villa alle Statue, settecentesca oggi si accede, come dall’inizio del Novecento, tramite un elegante viale ornato da statue. Il complesso comprende anche una bella barchessa. L’edificio ebbe vari proprietari illustri, tra cui la famiglia Da Zara.

 

Per approfondire la storia del territorio di Casalserugo visita il sito “Casalserugo e dintorni” (https://www.casalserugoedintorni.it/)

Ultimo aggiornamento: 25/06/2024, 13:25

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